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ABR la parolaccia di oggi

Il mio lavoro spesso è fatto di tante sigle. Più delle volte per molti sono parolacce. L’importanza di questi acronimi è importante solo per gli addetti ai lavori. Riconosco che spesso faccio l’errore di farne un abuso infinito.

La ricerca della chiarezza con le sigle rende il dialogo sterile. L’amare un argomento ti porta naturalmente ad approfondire l’argomento e imparare sigle e acronimi per trovare scorciatoie nel percorso ma questo è adatto agli operatori non per gli utilizzatori.

Nella mia vita professionale mi è capitato di ritrovare più volte queste successioni di lettere e punti, la stessa sigla in ambito informatico e in ambito marketing con il significato diverso. Oggi non voglio parlare dell’ennesima sigla ma del vantaggio che questa porta e dei problemi che risolve dov’è presente. Dobbiamo in primis definire il campo di gioco, perché come vi ho appena raccontato è l’unico modo semplice per farsi capire.

Oggi parliamo di streaming Video. Questo argomento è attuale, tutti stanno utilizzando servizi video legato ad internet. Come i grandi operatori sono riusciti a soddisfare la crescita di domanda in cosi poco tempo? Semplice! come nell’antichità o in guerra si è razionata la risorsa un poco per tutti così da soddisfare tutti.

Nel video streaming questo è possibile? Si! con l’utilizzo di una tecnologia chiamata ABR (Adaptive bitrate streaming). Questa tecnologia in maniera automatica fornisce all’utente la quantità massima del video. Ma come funziona? L’operatore distribuisce due o più qualità di video, il sistema grazie all’intelligenza informatica sceglie la qualità migliore da dare agli utenti. I vantaggi sono quelli di garantire la visione migliore e di rendere più democratico il sistema. Questo permette di superare le differenze in termini di banda a disposizione nell’territorio Italiano. L’ABR dona al sistema una caratteristica molto importante; l’elasticità.